PANNELLI FOTOVOLTAICI: Ultime tecnologie e SMALTIMENTO DEI PANNELLI FOTOVOLTAICI: IL
PROBLEMA DEI COSTI PER SMALTIRE IL SILICIO
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I PANNELLI FOTOVOLTAICI
Energie Rinnovabili da Fonti Alternative
Per un Futuro Sostenibile
Quanta energia occorre per produrre un pannello fotovoltaico? E' vero che è antieconomico?C' è chi asserisce che: "un modulo fotovoltaico deve lavorare decenni per restituire Non è vero! Studi molto recenti hanno dimostrato come il T.R.E. (Tempo di Ritorno Energetico) per un pannello fotovoltaico, ossia la relazione che intercorre fra l'energia spesa per costruire il pannello materialmente, e l'energia prodotta dal pannello stesso una volta messo in opera, è compreso fra 1.5 e 4.4 anni, intervallo che dipende naturalmente dalla tecnologia impiegata per costruirlo e il luogo e la tipologia di istallazione (ovviamente in zone con elevato irraggiamento solare, come lItalia, la produzione di energia elettrica fotovoltaica è superiore e il Tempo di Ritorno come è fatto un pannello? quali sono le fasi produttive? Dopo lossigeno, il silicio, è lelemento più diffuso sulla crosta terrestre (28%). Allo stato puro ha struttura cristallina simile a quella del diamante. Tutte le moderne tecnologie dei computer sono possibili grazie al silicio elettronico. I microchips, le schede integrate, i microcircuiti sono tutti realizzati con silicio elettronico. Per ottenere il silicio si parte da sabbia di rocce silicee e quarzose. Attraverso processi di riduzione, la silice, in fase di fusione perde atomi di carbonio che vengono assimilati da sostanze riducenti (sodio, carbone). Dopo varie fasi di fusione/cristallizzazione si ottiene silicio metallurgico, usato per le cellule FV, che è un prodotto di scarto del silicio elettronico perché meno puro. Il silicio utilizzato per le celle fotovoltaiche può essere: policristallino, monocristallino e amorfo (cioè che non ha struttura cristallina). COSTRUZIONE DELLA CELLULA Il silicio metallurgico fuso in lingotti (diametro 10-15 cm) viene affettato in sezioni di 0,25-0,35 mm di spessore. La cellula FV è costituita da due strati di silicio drogato (cioè silicio a differente potenziale elettrico) posti tra le due facce delle sezioni ricavate dai lingotti. La differenza di potenziale si ottiene attraverso la diffusione controllata, nei forni, di atomi di fosforo e di atomi di boro sui due strati opposti della cellula. I primi creano carenza di elettroni, quindi, i secondi creano esubero di elettroni. Dal primo si ottiene silicio tipo p, dallaltro silicio tipo n. Nella giunzione tra i due strati, per effetto del bombardamento di fotoni (esposizione alla luce solare), le cariche elettriche tendono a separarsi creando la circolazione di corrente elettrica tra le due facce della cellula, ossia, i due poli (negativo e positivo) della cella. Ovvero tra il contatto elettrico inferiore, ottenuto per serigrafia di una pasta dargento, e il contatto elettrico superiore, costituito da una griglia frontale. FUNZIONAMENTO DELLA CELLULA FOTOVOLTAICA La cellula fotovoltaica è la giunzione di due sottili materiali semiconduttori (silicio tipo p e silicio di tipo n). Quando un raggio di luce colpisce la cellula le cariche positive si separano da quelle negative creando una differenza di potenziale. Tra i due semiconduttori si genera una piccola corrente elettrica. Una cellula ha una superficie di 100 mmq, alle condizioni di normale insolazione (25 °C 1 kW/mq) produce corrente elettrica di 3 Ampere di intensità, 0,5 Volt di tensione e 1,5 Watt di potenza. Il silicio è praticamente una macchina che produce energia ma, come tutte le macchine, ha delle perdite di efficienza. I moderni motori a scoppio arrivano al 27%, le centrali elettriche arrivano al 50%. Così il silicio policristallino ha rendimenti bassi pari al 12-14%, il monocristallino ha rendimento del 18% e il silicio amorfo ha efficienza di conversione (7%) ancora più bassa del policristallino, costa meno ma ha un tempo di vitaminore di un modulo policristallino,che ha garanzia di vita per 25-30 anni. |
MODULO FOTOVOLTAICOIl collegamento di più cellule consente di ottenere tensioni (Volts) più alte. Una volta connesse in serie/parallelo, le 36 cellule vengono incapsulate in uno spessore di EVA (Etil-Vinil-Acetato) e poi laminate su una lastra di vetro ad alta resistenza, trasparenza e antiriflesso per ottenere il modulo incorniciato da un telaio di alluminio. Così connesse le cellule formano il modulo di mezzo metro quadro che produce 50 Wp (per le perdite di accoppiamento), ad una tensione di 17V (Volts x Amps = Watts). Pesa circa 6 chilogrammi, ha uno spessore di 4 centimetri. Più moduli sono una stringa e, più stringhe insieme, sono un campo fotovoltaico. CENNI STORICI DI COME NASCE IL FOTOVOLTAICO La prima intuizione delle potenzialità dei materiali conduttori si fa risalire ad Alessandro Volta alla fine del 700. La possibilità di trasformare la luce in energia elettrica fu possibile dopo gli esperimenti di A. Bequerel nel 1839. Ma i periodi di maggior espansione furono gli anni 50 e lera dello sviluppo dei programmi spaziali per ottenere energia, in modo affidabile, in luoghi privi di risorse. Ormai la tecnologia fotovoltaica è disponibile dovunque: le minicalcolatrici, gli orologi, gli esposimetri delle macchinette fotografiche e le cellule fotoelettriche dei cancelli. Il primo impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica è stato realizzato nel 1982 in Svizzera. AUTOCOTRUIRSI UN PANNELLO FOTOVOLTAICO - tratto da GREENPEACE Italia Materiale per lavorare: 5. Testarlo con il multimetro. |